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sabato 26 gennaio 2008

Scusa ma ti chiamo amore (anche se non lo sei proprio)

Oggi, nonostante le pagine di cronaca lascino spazio solamente alla caduta del nostro governo, l'unico interesse che affolla la mente della maggior parte delle teenager d'Italia e' sicuramente l'uscita nelle sale cinematografiche di "Scusa ma ti chiamo amore", il nuovo film tratto dall'ennesimo zuccheroso romanzo di Federico Moccia, autore di libri altrettanto famigerati quali "Tre metri sopra il cielo" e "Ho voglia di te", e che in piu', questa volta si presenta anche nell'insolito ruolo di regista. Dopo lunghi mesi di lunga attesa , e numerosi tentativi di contrastare la dolorosa astinenza con i dvd delle pellicole precedenti, le nostre italian girls potranno finalmente riaccendere le loro passioni e lascriarsi travolgere ancora una volta da un'altra stupenda affascinante...banalissima storia "d'amore". Protagonista di questa "nuova" storia questa volta e' il bel Roul Bova, che interpreta il ruolo di un impiegato 40enne appena lasciato dalla sua bella, pronto immancabilmente ad innamorarsi di una ragazza di appena vent'anni meno di lui (Michela Quattrociocche), scatenando, in conseguenza del gap generazionale, tutte le problematiche del caso. Se con i due primi libri/film Moccia, ha saputo dare prova di conoscere il mondo dei giovani, dei loro stili di vita e dei loro interessi, ed e' riuscito, anche con la complicita' del fascino un po' rude di un allora quasi ignoto Riccardo Scamarcio e lo sfondo di una citta' unica nel suo genere quale Roma, a far breccia nei cuori pieni di fantasiose speranze delle giovani, con questa pellicola, conferma l'intento narrando quello che probabilmente rappresenta il sogno di molte delle ragazze d'oggi, ovvero la capacita di conquistare non solo l'infantile, per quanto figo, compagno di scuola, ma anche un uomo piu' adulto, un uomo vero, dimostrare in qualche modo a se stesse di essere delle vere donne.
Senza dubbio alcuno, possiamo dire con anticipo che ancora una volta papa' Moccia fara' saltare dalla gioia i produttori del film per gli enormi incassi che seguiranno solo nel primo weekend di proiezione, ma in questa dilagante frenesia, la vera domanda da porsi e' come quest'autore di mezz'eta' riesca a trascinare, in maniera sempre piu' smaniosa, l'attenzione di una generazione cosi' complessa come quella d'oggi, veloce negli interessi e nelle informazioni, sempre piu' sveglia e precoce da un lato e sempre piu' irresponsabile e dipendente dall'altro, che sembra sempre piu' orgogliosa e disposta a perdere ogni forma di ideale o pensiero e dar spazio ad una superficialita' dilagante che lascia solo posto ad un unico sordo, interminabile silenzio... quello del pensiero dell'Italia futura che andra' nelle loro mani.

1 commento:

Anonimo ha detto...

commento più azzeccato non lo potevi fare: MA siamo tutti pronti a dire che i film di moccia sono banali non accorgendoci però che la banalità è proprio nei costumi,nella cultura,nella vita della nostra società... in noi,quindi quando banalizziamo i film di moccia in realtà critichiamo noi stessi...solo che vederlo sul grande schermo amplifica la nostra reazione..tutto qua