ULTIMO AGGIORNAMENTO:

Lunedi' 27 Agosto

Le novita' della settimana


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mercoledì 27 agosto 2008

The Lady in the Water

In questi tempi di climi aridi, caldo torrido e temperature febbrili, sono sicuro che il pensiero dei soliti lavoratori che quotidianamente combattono sull'ardente suolo cittadino viaggia o per meglio dire naviga verso belle spiagge e mari cristallini o se vogliamo pensare un po' piu' in piccolo almeno ad una bella doccia fredda. Seguendo questo flusso di pensieri, non potendo permettermi di passare intere giornate nel mio bagno ho pensato di rimanere in tema guardando un film ed ho puntato il dito su lady in the water.
Ultimo parto della mente del famigerato M. Night Shymalan (Il sesto senso, Signs) prima del recente "E venne il giorno", questo prodotto dimostra di essere a mio avviso uno dei film piu' brillanti che abbia visto negli ultimi anni, pur trattandosi infatti di un genere fantasy, molto in voga di questi tempi, il suo inserimento in un contesto contemporaneo fornisce un aspetto ed una veste del tutto rinnovata ed attrattiva nella sua semplicita'.
La storia tratta di Cleveland Heep (Paul Giamatti) custode e tuttofare di un residence attrezzato con tanto di piscina dalle cui acque una notte emerge una ninfa (Bryce Dallas Howard) la quale dovra' fare ritorno al proprio mondo evitando lo scontro con una perfida bestia che vuole la sua morte. In breve la sorte di questa fanciulla finira' per coninvolgere e sconvolgere le vite di tutti gli inquilini del residence, i quali riscoprendo la fede dentro di se' uniti riusciranno nell'impresa.
Il film in cui Shymalan riveste il triplice ruolo di scrittore, regista e interprete rivela le sue alte aspettative; purtroppo il mancato successo al botteghino e probabilmente anche la reazione del suo piu' fidato pubblico che si aspettava di trovarsi di fronte un film di differente natura e piu' fedele ai suoi precedenti lavori, hanno trasformato uno dei progetti in cui ha messo piu' impegno nel suo piu' grande flop.
Fatte queste premesse, il risultato finale, risulta sicuramente piu' debole del progetto partorito dalla mente del regista indiano, ma nonostante tutto si mostra capace di stupire e di risvegliare il pubblico ancora assopito dal precedente "The village". E' un film che vuole andare dritto al cuore dello spettatore, che vuole risvegliare l'interesse e, perche' no, la fiducia nelle piu' surreali fiabe che hanno coinvolto la sua infanzia, vuole distogliere lo sguardo dall'immagine del solito banale vivere quotidiano e riscoprire la magia che si cela in ognuno di noi; nel film ogni persona ha uno scopo ben preciso e riuscire a trovarlo, come anche dichiara apertamente uno dei personaggi, non dimostra essere un'impresa banale. Il messaggio e' forte e' chiaro dobbiamo scoprire veremnete il nostro io ed avere fiducia in noi stessi e nei nostri sogni anche di fronte alle piu' dure difficolta, allo scetticismo ed al cinismo piu' crudi.
E' un film che parla di fede e di speranza, della fiducia e della convinzione che anche quando crediamo che la nostra vita non abbia piu' nulla da dire e rivelare apre una nuova porta e mostra un mondo tutto nuovo o riporta la luce li' dove l'abbattimento e la paura avevano portato buoi e tenebre, non e' un film per chi vuole ancora credere nelle favole, ma per chi crede che la vita lo possa essere ogni giorno.

lunedì 24 marzo 2008

The Passion of the Christ

Dopo aver deciso di andare controcorrente, di non vedere questo film, di rimanere fuori dalla mischia ed evitare ulteriori chiacchere e dibattiti su un film di cui dopotutto si e' discusso veramente troppo, alla fine ieri abbiamo ceduto...e
Ma dopo averlo visto, sinceramente non possiamo far altro che mantenere, se non rinforzare la nostra opinione. Quel che ci troviamo di fronte non dimostra di essere un film eccelso, se non per le sue tematiche e la sua fama.
Sebbene il cast, quasi interamente italiano, sia abbastanza accreditato, almeno a livello Nazionale, la performance complessiva risulta alquanto deludente, unico attore che eccelle nel gruppo, (e dopotutto come poteva essere altrimenti) ovviamente e' Caviezel, il quale, mostra in ogni situazione, anche in quelle piu' semplici, una grande espressivita' e capacita' di trasmettere profonde emozioni.
Meriti riconosciuti vanno sicuramente al trucco e ai costumi, i quali congiuntamente sono stati capaci di ricreare l'atmosfera e le situazioni di quei momenti, molto piu' di quanto sono stati capaci di fare la scenografia e la fotografia.
Forse proprio per volonta del regista con l'obiettivo di dare piu' spazio ai personaggi e concentrare l'attenzione dello spettatore piu' su di essi, che sull'ambiente circostante, come testimoniano anche i frequenti primi piani la scenografia appare sempre molto sintetica se non addirittura appena accennata, la fotografia invece finisce col ravvivare troppo l'immagine, e se da una parte riesce ad esaltare i volti e a dar luce e colori a vesti ed ambienti altrimenti tetri, oltre che esaltare la ferocia delle flagellazioni, dall'altra finisce con l'astrarre ogni situazione rendendo cosi' ogni ambientazione artificiosa.
Circa la storia, senza dubbio si e' mantenuta di fondo, la fedelta' ai testi del Vangelo, tanto nelkle situazioni quanto con i dialoghi, anche se piu' di una volta si e' notata l'esigenza di introdurre qualche frase nuova o diversa, per creare coerenza e continuita' fra le diverse sequenza.
E per concludere veniamo al punto piu' discusso e secondo il nostro parere piu' vacillante dell'intero film, ovvero la regia, affidata al celebre e navigato Mel Gibson.
Nonostante gia' molti registi, piu' o meno meritatamente lo abbiano preceduto nel delicato compito di narrare una vicenda cosi' unica ed emozionante Gibson ha sensadubbio il merito di narrare la vicenda da un nuovo punto di vista.
Il punto su cui dibattere e' se sia stato veramente necessario ritrarre la Passione di Cristo, dal punto di vista che si e' effetivamente adottato. Gibson da' spazio senza limite alla crudelta' e alla ferocia della vicenda, concentrandosi con lunghe digressioni sui momenti piu' cruenti e aspri della Passione, concedendo solamente pochi minuti per qualche breve accenno ai momenti della vita di Gesu', anche quelli che costiuiscono il fondamento della fede cattolica, come quello dell'ultima cena. Il fatto che la Violenza sia effettivamente il suo solo obiettivo si puo' facilmente verificare, se non quantificare precisamente, basti pensare che mentre il momento della falgellazione viene protratto per diversi minuti, esaltando ogni singola frustata, la risurrezione viene banalmente e frettolosamente risolta in brevi e fugaci secondi.
Inutili, illogici e inappropriati i riferimenti al Diavolo tentatore,al quale viene data una veste femminile, (infatti viene interpretato da Rosalinda Celentano), uno dei quali e' inserito anche nel momento della morte sulla croce.
Unico merito va' all'idea innovativa di recitare la vicenda in lingua ebraica ed in latino, per contestualizzare e storicizzare meglio la vicenda.
Insomma il voto complessivo risulta decisamente negativo, impossibile selezionare o pensare ad una specifica categoria di spettatori a cui sia destinato il film, ma a chiunque volesse mettersi alla prova suggeriamo di allacciarsi le cinture.

lunedì 3 marzo 2008

Rendition - Detenzione iIlegale



Dopo le vicende dell'11 Settembre, ormai i temi "Sicurezza" e "Terrorismo", finiscono sempre piu' col ronzarci nelle orecchie, e cosi' come per la televisione i giornali ed il web anche il cinema non si trattiene dal bisogno spasmodico e disperato di proporre idee ed esporre opinioni al riguardo.

Sulla scia del successo di vari film a tema, come il documentaristico "Fahrenheit 911" del famigerato Michael Moore o dell'intricatissimo "Sihriana", Holliwood tenta di nuovo il colpaccio e cerca anche questa volta di smuovere le nostre coscienze con "Rendition-detenzione illegale", ed affida l'onorevole compito al regista Gavin Hood, su cui e' caduta l'attenzione dopo l'aver ricevuto il premio oscar per miglior film straniero con "Tsotsi".

Il film, tratta e rivela una procedura , basata sul rapimento e la tortura, adottata dal governo degli Stati Uniti nei confronti di quei cittadini stranieri sospettati di aver avuto un qualunque coinvolgimento con il terrorismo, e di cui si dice che dal fatidico 2001 abbia subito una forte incentivazione applicandola sempre con maggiore frequenza e determinazione.

Questa volta la sorte vede pero' coinvolto un innocente, l'ingegnere chimico Anwar El – Ibraimi, egiziano di nascita ma residente negli USA dall'adolescenza, il quale sospettato di aver avuto contatti telefonici con un famoso terrorista, al ritorno da un viaggio di affari all'estero viene segretamente arrestato e trasferito in una località islamica per essere torturato e ridotto a condizioni disumane al solo scopo di trarre informazioni. L'incaricato americano di assistere agli "interrogatori" e' l'agente Douglas Freeman (Jake Gyllenhall), al servizio della Cia a cui capo sta la dura e decisa Corinne Whitman (Meryl Streep).
In cornice a questa vicenda si inserisce, intrecciandosi con ill filo principale, la storia del torturatore responsabile della prigione, il quale rimane incolume ad un attentato di cui e' il bersaglio ma che vede invece vittima sua figlia.

Sulla realizzazione di questo film c'e' da dire che nonostante le ambizioni e le tematiche di fondo siano elevate e degne di riflessione, il risultato ottenuto finisce pero' con l'essere alquanto deludente. A nulla vale chiedere la partecipazione di una grande attrice come Meryl Streep (a cui poi dopo tutto viene ritagliato solo qualche minuto dell'intero film) o chiamare all'appello l'ultimo estratto dal mondo dei belli d'Hollywood, Jake Gyllenhall (il moro dei due cowboy di Brokeback Mountain), il quale, malgrado la passivita' del suo personaggio, dimostra di essere all'altezza della situazione, alla fine tutto cio' di cui ci ricorderemo una volta usciti dalla sala e' che un uomo e' stato torturato, sommariamente, il resto si puo' riassumere con un immenso sbadiglio, rotto solamente per qualche prezioso e volatile minuto, dall'unico dialogo significativo in due ore di film, in cui Corinne Whitman si trova a dibattere con un diplomatico, circa il fatto se sia veramente corretto torturare e magari sacrificare un uomo in nome della sicurezza internazionale e della vita di tante altre persone, senza preoccuparsi effettivamente delle conseguenze o del senso di colpa derivamente da un possibile sbaglio.
Il verdetto a voi!

sabato 9 febbraio 2008

Simpson Movie

Per aprire la rubrica degli home video parliamo di un film tinto di giallo, ma questa volta ogni riferimento al brivido e a citazioni Hitchcockiane e' ben lontano dalle nostre intenzioni, questa volta parliamo di un film tratto da una serie tv ormai ventennale che ha costruito mattone dopo mattone, spettatore dopo spettatore, la sua storia catturando un interesse popolare ed una fama la cui crescita sembra tuttoggi ben lontana dal fermarsi.
Stiamo parlando della famiglia piu' irrriverente d'America, niente poco di meno che I Simpson, spopolati solo ora, per la prima volta, nei cinema, dopo anni di successo sul piccolo schermo.
I personaggi creati dall'ormai storico Matt Groening, se da un lato reppresentano la tipica famiglia americana, dall'altro si accostano alle situazioni piu' surreali e fantasiose. La famiglia Simpson protagonista della serie e' composta da:

->Homer, e' un capofamiglia molto poco ortodosso, ufficialmente lavora presso una centrale nucleare, ma riesce sempre a trovare il modo di sgattaiolare via e passare il tempo con i suoi amici al solito bar. E' un uomo, il cui capo e' segnato da una calvizia galoppante, il cui cranio reclama l'assenza di un cervello ed il cui stomaco prega per l'arrivo di qualcosa di diverso da birra e grassi allo stato puro.

->Marge, sposata con Homer ormai da un tempo indecifrabile, la cui tenerezza, perseveranza e pazienza, permettono ancora di vivere le sue giornate lontano dai manicomi e da possibile fughe da casa.

->Bart, il primo di tre figli, il cui nome, (acronimo di brat=ragazzaccio) rappresenta gia' un programma, dieci anni di eta', ma pestifero e furbo ed imbroglinone come pochi adulti, passa le sue giornate in compagnia del suo migliore amico Milhouse, cercando il modo migliore di vincere la noia, meditando sempre nuovi piani per scombinare e complicare la vita del direttore della propria scuola.

->Lisa, la secondogenita, il genio di casa, la beniamina della maestra, il modella ideale di studentessa, intelligente e scaltra, appassionata della conoscenza e della musica jazz, non fa che litigare con il fratello maggiore, anche se poi nel momento del bisogno si sono dimostrati una coppia perfetta.

->Maggie la piu' piccola, ma non nelle avventure, che nel corso della sua breve vita sono gia' state numerose ed intense. Con il ciuccio sempre sulle labbra, pur non avendo mai pronunciato una sola sillaba, sa mostrare sempre cosa pensa e cosa vuole, e si dimostra ben attenta a cosa le succede attorno, e nella sua piccolezza, anche nel lungometraggio si dimostrera' comunque indispensabile.
In questo lungometraggio Homer deve salvare la terra da una catastrofe che lui stesso ha scatenato inquinando il lago della propria citta' con un silos carico di escrementi di un panciuto maiale, che ha eletto a suo animale domestico e per il quale intonera' persino la canzone SpiderPork, sulle note delle musiche del telefilm Spiderman. Il disastro ecologico porta l'intera cittadinanza a puntare il dito contro la famiglia Simpson che si trova costretta a fuggire in Alaska, almeno fin quando i sentimenti e la nostalgia di casa tornano a farsi sentire...

La storia senza dubbio risulta ben congegnata, con un suo iter preciso e strutturato, le gag non mancano all'appello fin dai primi minuti, ed anche se per un momento finiamo seriamente per temere per la vita dei nostri affezionati, ancora una volta, nel modo piu' improbabile, le cose si sistemano e possiamo adagiarci di nuovo sulla poltrona...almeno fino alla prossima risata.
Andando controcorrente, pur essendo un film diretto principalmente ai teenegare, e' riuscito a conquistare ogni fascia d'eta' e a riscuotere consensi acclamati anche dei critici piu' accreditati, (Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera scrive: "Le disavventure dell'inetto Homer, un interminabile fuoco d'artificio", mentre Fabio Ferzetti del Messagero dice:"L'assurda love story fra papa' Homer ed il maialino ci fa ridere fino alle lacrime".
Cosi' come del film in se', anche del dvd rimaniamo piacevolmente soddisfatti, oltre alle caratteristiche basilari quali l'audio in diverse lingue e la divisionein scene, non difetta di contenuti speciali, fra i quali troviamo scene tagliate, i diversi trailer che sono usciti prima del film ed anche alcuni video speciali il cui protagonista immancabilmente e' Homer.
Insomma, senza dubbio questo film ha mostrato delle potenzialita' straripanti, che si sono dimostrate ancora piu' forti e prorompenti anche grazie alla scelta di non farsi travolgere subito dalla fama ma di aspettare anche diversi anni prima di conceders a produrre un film.
Percio' mettetevi comodi, iniziate col lasciarvi trascinare dall'ormai consueta sigla di testa ,questa volta eccezionalemente interpretata dai Greenday, ed andateci piano con i pop corn..perche' da un momento all'altro una risata fragorosa potrebbe mandarveli di traverso.

venerdì 8 febbraio 2008

Home video che passione

Con il prossimo post diamo il via ad una nuova rubrica dedicata ai cosidetti home video, ovvero quei film che sono stati in passato (piu' o meno recentemente) nei cinema ed ora sono disponibili in diversi supporti (dall'ormai surclassato vhs, al dvd, al divx, al blu-ray...) pronti per essere inseriti nei vostri lettori e per farvi gustare, nel dolce tepore della vostra camera, nella profonda comodita' del vostro divano o della vostra poltrona, avvolti nella magnificenza del vostro home theatre (al cui inventore rivolgo un caloroso grazie ogni sera prima di andare a dormire), tutto il piacere del vostro film preferito, lontano dalla folla di una sala cinematografica, dai sussurri e chiacchiericci dei vari spettatori non troppo interessati, lontano dal crick crack del vicino che vi mangia le patatine nell'orecchio, e dagli sbaciucchiamenti vari dei sedicenti teenager provoloni.
Che ci resta da dire...buona visione e attenti a non lasciarvi troppo trascinare dal piacere, potreste rischiare di non voler staccare piu' il fondoschiena dalla poltrona.

giovedì 7 febbraio 2008

Novita' sulla morte di Heath Ledger

E' ufficiale,l'attore non e' morto suicida, non si e' tolto la vita. Il medico legale dopo aver fatto l'autopsia, ed in particolare l'esame tossicologico ha potuto confermare che la morte e' stata causata da una overdode accidentale di farmaci, in particolare di antistaminici, sonniferi e Valium, un trip farmacologico che si e' rivelato letale. Il padre dell'attore ha commentato la notizia cosi': "Il rapporto tossicologico mette fine alle speculazioni sulla sua morte, ma deve servire di ammonimento ad altri. Benchè non avesse assunto alcun farmaco in eccesso la sua morte sarà di monito sui pericoli nascosti della combinazione di medicinali prescritti da medici, anche in basse dosi".
L'attore dopo aver recitato il ruolo di Joker nell'ultimo film di Batman ("The Dark Knigth"), aveva iniziato a soffrire di una crescente insonnia, sorta in conseguenza del tentativo di e immedesimarsi sempre piu' e nel modo migliore nello psiche del folle personaggio che doveva intepretare sul set.
Il corpo dell'attore da Los Angeles e' stato trasferito in Australia dove verra' sepolto nella tomba di famiglia.

sabato 26 gennaio 2008

Scusa ma ti chiamo amore (anche se non lo sei proprio)

Oggi, nonostante le pagine di cronaca lascino spazio solamente alla caduta del nostro governo, l'unico interesse che affolla la mente della maggior parte delle teenager d'Italia e' sicuramente l'uscita nelle sale cinematografiche di "Scusa ma ti chiamo amore", il nuovo film tratto dall'ennesimo zuccheroso romanzo di Federico Moccia, autore di libri altrettanto famigerati quali "Tre metri sopra il cielo" e "Ho voglia di te", e che in piu', questa volta si presenta anche nell'insolito ruolo di regista. Dopo lunghi mesi di lunga attesa , e numerosi tentativi di contrastare la dolorosa astinenza con i dvd delle pellicole precedenti, le nostre italian girls potranno finalmente riaccendere le loro passioni e lascriarsi travolgere ancora una volta da un'altra stupenda affascinante...banalissima storia "d'amore". Protagonista di questa "nuova" storia questa volta e' il bel Roul Bova, che interpreta il ruolo di un impiegato 40enne appena lasciato dalla sua bella, pronto immancabilmente ad innamorarsi di una ragazza di appena vent'anni meno di lui (Michela Quattrociocche), scatenando, in conseguenza del gap generazionale, tutte le problematiche del caso. Se con i due primi libri/film Moccia, ha saputo dare prova di conoscere il mondo dei giovani, dei loro stili di vita e dei loro interessi, ed e' riuscito, anche con la complicita' del fascino un po' rude di un allora quasi ignoto Riccardo Scamarcio e lo sfondo di una citta' unica nel suo genere quale Roma, a far breccia nei cuori pieni di fantasiose speranze delle giovani, con questa pellicola, conferma l'intento narrando quello che probabilmente rappresenta il sogno di molte delle ragazze d'oggi, ovvero la capacita di conquistare non solo l'infantile, per quanto figo, compagno di scuola, ma anche un uomo piu' adulto, un uomo vero, dimostrare in qualche modo a se stesse di essere delle vere donne.
Senza dubbio alcuno, possiamo dire con anticipo che ancora una volta papa' Moccia fara' saltare dalla gioia i produttori del film per gli enormi incassi che seguiranno solo nel primo weekend di proiezione, ma in questa dilagante frenesia, la vera domanda da porsi e' come quest'autore di mezz'eta' riesca a trascinare, in maniera sempre piu' smaniosa, l'attenzione di una generazione cosi' complessa come quella d'oggi, veloce negli interessi e nelle informazioni, sempre piu' sveglia e precoce da un lato e sempre piu' irresponsabile e dipendente dall'altro, che sembra sempre piu' orgogliosa e disposta a perdere ogni forma di ideale o pensiero e dar spazio ad una superficialita' dilagante che lascia solo posto ad un unico sordo, interminabile silenzio... quello del pensiero dell'Italia futura che andra' nelle loro mani.