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lunedì 10 dicembre 2007

1408: l'orrore di un viaggio introspettivo in noi stessi


Ecco a voi il risultato dell'ultima messa su schermo di un'altro dei libri firmati Stephen King...questo dovrebbe dire tutto o almeno essere un elemento determinante nel decidere se vedere questo film o meno. Cosi' per me e' stato, di conseguenza, cosi' come molti altri (infatti 1408 e' quarto nella top ten al botteghino in Italia) non appena sono venuto a conoscenza di questa notizia non ho saputo resistere e mi sono catapultato al cinema.
La storia parla di Mike Enslin (John Cusack), scrittore con alle spalle un best-sellers di successo, ma che, dopo la morte della figlia e il conseguente fallimento del suo matrimonio perde l'ispirazione e la fede, maturando uno scetticismo sempre piu' radicale nei confronti del paranormale.Nonostante cio' si ritrova per antitesi, nel vano tentativo di contrastare il proprio nichilismo, a visitare ed a scrivere guide di luogi frequentati da fantasmi. Nel lavorare al suo nuovo libro "Dieci notti in dieci camere d'hotel infestate", un giorno tra la posta trova una cartolina che lo invita a non entrare nella stanza 1408 del Dolphin Hotel a New York.
Malgrado l'invito, Enslin si mette in contatto con l'hotel per prenotare la stanza 1408. Dopo il rifiuto telefonico si reca allora all'hotel, dove viene ricevuto dal signor Olin (Samuel L. Jackson),direttore dell'hotel, che lo invita in tutti i modi a non entrare in quella stanza. Per scoraggiare Enslin, il signor Olin gli consegna un dossier in cui sono narrati i misteriosi e atroci decessi avvenuti nella stanza 1408: cinquantasei vittime tra morti naturali e suicidi. Mike Enslin, però, si ostina a voler pernottare nella stanza, così il signor Olin si vede costretto ad accontentarlo consegnandogli la chiave, non prima di averlo avvisato che nessuno è mai durato più di un ora in quella stanza. Da questo momento, un solo giro di chiave, portera' il nostro scettico scrittore lentamente a ricredersi se non a sfiorare piu' volte la pazzia perso e terrorizzato dalle infinite potenzialita' della maledetta stanza 1408, capace anche di scavare nel nostro subconscio, far riafforare un passato da dimenticare ed emergere le nostre paure piu' insite, fino ad indurre sempre piu', in molteplici modi, alla morte ...come finira', spetta solo a voi saperlo!
Questo film, nonstante ad un primo approccio sembri essere un altro banale film dell'orrore che si diverte a stregare ancora una volta le camere d'albergo, tema ormai piu' che sfruttato da ogni forma d'intrattenimento di questo genere, finisce col trattare delle tematiche molto intriganti e coinvolgenti, mostrando cosi' originalita'. D'altra parte rimane pur sempre un film horror e quindi anch'esso non sfugge alla regola dei sobbalzi sulla poltrona indotti dagli ormai tradizionali giochi di suoni e alternanza di lunghi primi piani statici ad immediate scene veloci e dinamiche che rivelano il lato piu' pauroso del film.
Un grande complimento va senza dubbio alla scenografia ed al regista (lo svedese Mikael Håfström) che insieme sono stati capaci di realizzare un intero film avvalendosi essenzialmente di un attore e di una semplice stanza, senza pero' far mai stancare lo spettatore e dando sempre l'impressione di essere in un nuovo spazio (si consideri solamente che nel corso del film la stanza viene di volta in volta allagata, murata, congelata, distrutta, bruciata, ristretta, allargata aggiungendo nuove camere ecc..)
Un punto a sfavore va alla fotografia che non ha saputo rendere accattivante le figure dei fantasmi del passato realizzati come immagini riprodotte da un proiettore, come figure televisive e il cui obiettivo primario sembra essere accentuare i colori ma che finisce col rendere molto spesso l'ambientazione a dir poco fumettistica.
Altra nota negativa (anche se meno significativa), a mio parere, resta il modo con cui e' stato presentato il passato del protagonista, narrato con particolare noncuranza, sopratutto per quanto riguarda la figura del padre, e su cui si poteva lavorare di piu' traendo nuovi spunti per indurre paura nello spettatore, ma il cui obiettivo e' stato semplicemente fornire informazioni al pubblico e mostrare come matura la depressione nel protagonista. D'altro canto,volendo fare l'avvocato del diavolo, come sappiamo, ogni regista deve sottostare alla regola del tempo e molte parti devono necessariamente essere trascurate.
Ultimo complimento va a John Cusack, che ha saputo dimostrarsi molto capace, sopratutto nei primi piani, ed al rispettivo doppiatore italiano che si e' dimostrato capace, con la sua voce di trasmettere le giuste emozioni di volta in volta, cosa che di questi tempi sempre piu' di rado si riesce ad ottenere. Mentre deludente e' stato il ruolo di Samuel L. Jackson, che non ha avuto molto spazio nel film (compare complessivamente per 5 minuti) ed il cui personaggio (forse volutamente) non appare ben caratterizzato.
Per concludere ritengo che sia certamente un film che merita di essere visto, lascia molta libera interpretazione allo spettatore e, per chi e' alla ricerca di paura, garantisce senza dubbio piu' di uno spavento e... garantisco che ognuno di noi, dopo questo film, ci pensera' bene prima di chiudere la porta della propria camera d'albergo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

about 1408: horror movie without special effects:just a room and a character

Anonimo ha detto...

un film appassionante,dove nulla e' lasciato al caso...non e' il classico film dell'orrore ma il giusto mix di suspense e trip psicologico in cui ricordi e senso di colpa alimentano l'atmosfera di paura...brividi e finale imprevedibile sono assicurati