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lunedì 3 marzo 2008

Rendition - Detenzione iIlegale



Dopo le vicende dell'11 Settembre, ormai i temi "Sicurezza" e "Terrorismo", finiscono sempre piu' col ronzarci nelle orecchie, e cosi' come per la televisione i giornali ed il web anche il cinema non si trattiene dal bisogno spasmodico e disperato di proporre idee ed esporre opinioni al riguardo.

Sulla scia del successo di vari film a tema, come il documentaristico "Fahrenheit 911" del famigerato Michael Moore o dell'intricatissimo "Sihriana", Holliwood tenta di nuovo il colpaccio e cerca anche questa volta di smuovere le nostre coscienze con "Rendition-detenzione illegale", ed affida l'onorevole compito al regista Gavin Hood, su cui e' caduta l'attenzione dopo l'aver ricevuto il premio oscar per miglior film straniero con "Tsotsi".

Il film, tratta e rivela una procedura , basata sul rapimento e la tortura, adottata dal governo degli Stati Uniti nei confronti di quei cittadini stranieri sospettati di aver avuto un qualunque coinvolgimento con il terrorismo, e di cui si dice che dal fatidico 2001 abbia subito una forte incentivazione applicandola sempre con maggiore frequenza e determinazione.

Questa volta la sorte vede pero' coinvolto un innocente, l'ingegnere chimico Anwar El – Ibraimi, egiziano di nascita ma residente negli USA dall'adolescenza, il quale sospettato di aver avuto contatti telefonici con un famoso terrorista, al ritorno da un viaggio di affari all'estero viene segretamente arrestato e trasferito in una località islamica per essere torturato e ridotto a condizioni disumane al solo scopo di trarre informazioni. L'incaricato americano di assistere agli "interrogatori" e' l'agente Douglas Freeman (Jake Gyllenhall), al servizio della Cia a cui capo sta la dura e decisa Corinne Whitman (Meryl Streep).
In cornice a questa vicenda si inserisce, intrecciandosi con ill filo principale, la storia del torturatore responsabile della prigione, il quale rimane incolume ad un attentato di cui e' il bersaglio ma che vede invece vittima sua figlia.

Sulla realizzazione di questo film c'e' da dire che nonostante le ambizioni e le tematiche di fondo siano elevate e degne di riflessione, il risultato ottenuto finisce pero' con l'essere alquanto deludente. A nulla vale chiedere la partecipazione di una grande attrice come Meryl Streep (a cui poi dopo tutto viene ritagliato solo qualche minuto dell'intero film) o chiamare all'appello l'ultimo estratto dal mondo dei belli d'Hollywood, Jake Gyllenhall (il moro dei due cowboy di Brokeback Mountain), il quale, malgrado la passivita' del suo personaggio, dimostra di essere all'altezza della situazione, alla fine tutto cio' di cui ci ricorderemo una volta usciti dalla sala e' che un uomo e' stato torturato, sommariamente, il resto si puo' riassumere con un immenso sbadiglio, rotto solamente per qualche prezioso e volatile minuto, dall'unico dialogo significativo in due ore di film, in cui Corinne Whitman si trova a dibattere con un diplomatico, circa il fatto se sia veramente corretto torturare e magari sacrificare un uomo in nome della sicurezza internazionale e della vita di tante altre persone, senza preoccuparsi effettivamente delle conseguenze o del senso di colpa derivamente da un possibile sbaglio.
Il verdetto a voi!

1 commento:

Anonimo ha detto...

estremamente noioso,nonostante l'interessantissima tematica che hood avrebbe potuto affrontare in moltreplici prospettive!che delusione!!! tiziana